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giovedì 18 aprile 2024
 
 
La Raffo aguzza l’ingegno PDF Stampa E-mail
L'ha scritt carlo "Usinnache"   
lunedì 09 gennaio 2012

 Un giorno Biwenabhirrha, il vigile attendente, chiese al Maestro a cosa portasse l’ingordigia.

Il Maestro raccontò allora la storia di un mercante che, per sottrarsi al gran caldo, un giorno di agosto si fermò sulla litoranea per riposare all’ombra della Torre sgarrata che da il nome alla località balneare presso la Marina di Lizzano.

Vinto dal sonno l’uomo si addormentò profondamente e, al risveglio, si accorse che la merce che portava con sé, tra cui una cassa di Raffo, era sparita. Immediatamente andò a denunciare il furto alla polizia.

Il commissario di turno aprì l'istruttoria per indagare e la conclusione cui pervenne fu quantomeno sconcertante: “La merce deve averla presa quella torre in pietra. E se non è stata lei, comunque non ha svolto il suo sacro dovere di vigilanza. Quindi per punizione sarà demolita!”

Intorno alla torre si accalcò una folla di curiosi che, impaziente di sapere che cosa sarebbe successo, iniziò a rumoreggiare.

Il commissario redarguì aspramente il pubblico tumultuoso: “Come vi permettete di fare tutta questa confusione, ridendo e schiamazzando in questo modo? È oltraggio a pubblico ufficiale, reato che va punito con una multa e l'arresto!”

Tutti i presenti allora si affrettarono a scusarsi.

“Devo comunque condannarvi al pagamento di un'ammenda, - disse il poliziotto - ma visto che in commissariato si schiatta di caldo e non c’è né frigo né condizionatore d’aria, sono disposto a condonarvela se ciascuno di voi porterà subito una cassa di Raffo. Chi non lo farà sarà arrestato!”

Tutti i presenti corsero a procurarsi una cassa di Raffo e, tra quelle portate in commissariato, il mercante riconobbe subito quella a lui rubata. Il ladro fu quindi smascherato, il mercante recuperò la refurtiva e le altre casse portate in commissariato furono riconsegnate ai proprietari che se le bevvero alla salute del furbo poliziotto lasciando all’urmo il ladro.

 
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