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AVISSE NATO PUERCHE, ALMENO MANGIAMME SASIZZE! PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Piergiorgio   
lunedì 06 settembre 2004
Approfittando della mattinata serena e soleggiata, mi ero concesso una piacevole serie di giri del galoppatoio situato nel parco occidentale della mia modesta residenza. I tanti impegni quotidiani non sempre permettono tali gradevoli svaghi e così, appena posso, metto i finimenti a Piroide, Eoo, Etone e Flegone, purosangue di razza araba, e mi godo, novello Ben Hur, un giro sulla mia quadriga.

Dopo un paio d'ore trascorse con le redini in mano ed il vento sul volto, presi la via delle scuderie per far strigliare e riposare i miei destrieri ma, all'ingresso della stalla, mi attendeva Archibald, che dolente mi informò che il nuovo palafreniere, ancora non sufficentemente addestrato, non aveva predisposto biada e foraggio nelle esatte percentuali che avevo raccomandato.

La cosa mi indispose non poco, essendomi espressamente raccomandato sul preciso rispetto delle mie comande, ed esclamai irritato, alla volta dell'inadempiente scudiero: "Avisse nato puerche, almeno mangiamme sasizze!" (Almeno fossi nato suino, così avremmo mangiato salsicce!). La frase preoccupò non poco il canuto Archie che ricordando i suoi studi classici, temette avessi intenzione, al pari di Eracle, di destinare lo scellerato alla stessa sorte toccata a Diomede, re dei Bistoni.

Fu così che per tranquillizzarlo gli chiesi di seguirmi in biblioteca al fine di chiarirgli, per l'ennesima volta, il significato della mia espressione non prima, naturalmente, di aver risvegliato la memoria dell'inconcludente palafreniere con una notevole dose di scudisciate sul groppo.

Giunti a destinazione, mi diressi a colpo sicuro verso "Azateve e sciamene!", raccolta di pensieri ed aforismi di S.S. Papa Giovanni Paolo VI, al secolo Cataldo Mignogna (Taranto, 1933 - Roma, 1997), pontefice di Santa Romana Chiesa che prese il nome dai suoi predecessori e dal quartiere periferico dove ebbe i natali, deceduto in maniera improvvisa e sospetta dopo il suo tentativo, inviso alle alte gerarchie cattoliche, di introdurre l'uso della Raffo in sostituzione del vino nella celebrazione della Eucarestia.

Il titolo della raccolta allude ai ricordi di gioventù dello scomparso pontefice, quando, giovane bighellone, insieme ai suoi amici soleva alzarsi rapidamente dai tavoli dei bar o dai ristoranti dove avevano trascorso la serata per allontanarsi repentinamente senza pagare il conto. Capitò però che una volta il ristoratore fosse più svelto di loro e, acciuffato per l'orecchio il futuro papa, lo riconsegno al padre in cambio del pagamento dell'intera consumazione. Il genitore, offeso e umiliato dalla condotta del figlio, gli riservò un memorabile cazziatone che si concluse con la frase da me citata.

La lezione fu proficua e Cataldo Mignogna, novello Saulo fulminato sulla via di Damasco, cambiò radicalmente vita, intraprendendo la carriera che lo avrebbe condotto al soglio pontificio. Proprio per questo suo essere stato segnale e la causa della sua svolta esistenziale, la frase per il pontefice aveva una notevole importanza e ad essa dedicò una attenza illustrazione nel libro citato.

Spiega infatti S.S. Giovanni Paolo VI che il maiale è, fin dalla antichità, l'animale più negletto tra quelli allevati dall'uomo, e questo nonostante la sua utilità, che supera quella di molti altri animali più stimati. Non a caso le principali religioni lo considerano un animale impuro e praticamente tutti i popoli usano il suo nome come una offesa. Nel dolersi che qualcuno non sia un maiale quindi, si estrinseca appieno tutto il disprezzo provato nei confronti del soggetto della invettiva, giungendo ad affermare, nella seconda parte del motto, che finanche un porco sarebbe più utile e gradito, potendosi da questo almeno ricavare salsicce ed insaccati vari.

Pur essendo la frase di vasto uso, la sua principale citazione è, come prima visto, nella conflittuale essenza dei rapporti genitore - figlio dove, con un pathos fuori dal comune, esprime lo strazio di un genitore che giunge a rinnegare la carne della sua carne ed a preferirgli uno spregevole suino. Stante quanto sopra, l'invettiva è frequentemente impiegata in occasione di eventi quali, ad esempio, la consegna di pagelle gravemente insufficenti, la restituzione di autovetture notevolmente ammaccate o l'annuncio di gravidanze extramatrimoniali indesiderate e impreviste.

In conclusione della sua esegesi, il Santo Padre non manca di dedicare qualche rigo alla altrettanto notoria "Avisse sciute au cinema quedda sera!" (Fossi andato al cinema quella sera! [invece di copulare e generarti]) per stigmatizzarla con tutto il peso della sua influenza; è ben noto infatti come la dottrina cattolica condanni qualunque forma di contraccezione e dispersione del seme, giungendo così a preferire la nascita di un essere tanto abietto come un maiale piuttosto che contravvenire al biblico invito di "Andate e moltiplicatevi!".

Ultimo aggiornamento ( martedì 07 settembre 2004 )
 
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