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L’attenzione PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Carlo "U Sinnache"   
venerdì 15 giugno 2012

Un giorno Biwenabhirrha, il solerte praticante, chiese al Maestro che cosa si intendesse per “attenzione ai particolari”.

Il Maestro raccontò allora la storia di Kinogira Nolakkya, che era figlia di un grande giocatore di stoppa. Suo padre però non era convinto che una donna possedesse le capacità per raggiungere la sua maestria e si rifiutò di insegnargli la sua Arte, arrivando al punto di scacciarla da casa perché non lo spiasse mentre si allenava.

Così Kinogira decise di salire il Monte Yhasi per consultare il famoso Maestro Pjombhacopphe, che però confermò il giudizio del padre: ‘‘Tu vuoi imparare la stoppa sotto la mia guida?’’ gli chiese Pjombhacopphe, ‘‘Mi spiace, ti mancano i requisiti indispensabili’’.

‘‘Ma se lavoro sodo, quanti anni mi ci vorranno per diventare una Maestra?’’ insistette la giovane.

‘‘Il resto della tua vita’’ rispose Pjombhacopphe.

‘‘Non posso aspettare tanto’’ disse Kinogira. ‘‘Se accetti di darmi delle lezioni, sono pronta a sottopormi a qualunque fatica. Se divento la tua devotissima serva, quanto tempo ci vorrà?’’

‘‘Oh, dieci anni, forse’’ disse Pjombhacopphe addolcendosi.

‘‘Mio padre si sta facendo vecchio e presto dovrò prendermi cura di lui – continuò la ragazza - se lavoro ancora più assiduamente, quanto tempo mi ci vorrà?’’

‘‘Oh, forse trent'anni’’ rispose l’anziano giocatore.

‘‘Ma come! Disse la giovane - prima hai detto dieci anni, e ora trenta! Accetterò qualunque privazione pur di imparare quest'arte nel tempo più breve!’’

"Allora - disse Pjombhacopphe - dovrai restare con me settant'anni. Chi ha tanta fretta di ottenere dei risultati raramente impara alla svelta’’.

‘‘E va bene - dichiarò la ragazza, comprendendo infine che gli si stava rimproverando la sua impazienza – Accetto!’’.

Kinogira ebbe l'ordine di non parlare mai dell'arte della stoppa e di non toccare mai un mazzo di carte.

Così passava le sue giornate cucinando per il suo maestro, lavando i piatti, rifacendo i letti, curando il giardino, e tutto senza che non si parlasse mai di stoppa.

Passarono tre anni.

Kinogira continuava a lavorare ma pensando al proprio avvenire era sempre più triste e depressa.

Non aveva ancora cominciato a imparare l'arte alla quale aveva votato la propria vita.

Ma un giorno Pjombhacopphe scivolò alle sue spalle e gli rubò la Raffo che la ragazza stava bevendo per ritemprarsi dopo una dura giornata di lavoro.

Il giorno successivo, mentre Kinogira stava cucinando una teglia di riso, patate e cozze Pjombhacopphe gli tolse un’altra volta la bottiglia di Raffo che aveva sul tavolo con un rapido gesto della mano.

Da allora, giorno e notte, Kinogira dovette difendersi dagli assalti inaspettati e non passava giorno e non c'era momento che non dovesse controllare il Maestro per capire, da un suo minimo gesto, le sue intenzioni.

Così imparò in fretta ad interpretare gli impercettibili segnali che la faccia di ognuno di noi involontariamente esprime e divenne in breve tempo la migliore giocatrice di stoppa del paese.

 
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