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venerdì 19 aprile 2024
 
 
NE PO' FFÀ ACQUA DI CIELO (Dedicato a Ivana, Marcello, Roberto e Giancarlo) PDF Stampa E-mail
L'ha scritt usinnache   
martedì 02 maggio 2006

Ero nel giardino intento a preparare un piccolo barbecue per i due-trecento intimi amici che di li a poco mi avrebbero onorato della loro presenza, quando venni raggiunto da Archibald che recava seco il telefono cordless che con un insistente squillare cercava di attirare la nostra attenzione. Attivata la comunicazione ebbi l’amara sorpresa di apprendere che l’amico Marcello, in uno con la graziosa consorte Ivana, con il simpatico figliolo Roberto e con il germano Giancarlo erano “obtorto collo” costretti a rinunciare alla mia ospitalità poichè dovevano per l’ennesima volta richiedere un sopralluogo dei tecnici comunali e dell’E.A.A.P. presso l’ipogeo sito in via Vittorio Emanuele 39 nella città vecchia di Taranto, ove aveva prestigiosa sede il “Centro Culturale Filonide” (www.filonidetaranto.it), allagato a causa del tracimare delle acque reflue dovuto alla scarsa e inefficace manutenzione delle condotte fognarie (non) eseguita dai sopracitati enti pubblici, più volte richiesta e segnalata a chi di competenza.

Alla mia pleonastica domanda volta a conoscere i motivi di tanto reiterato domandare, il buon Marcello, degno erede di cotanto Falanto, rispose che con il pervicace richiamo multimediatico intendeva sollecitare l’attenzione degli enti inadempienti al fine di ottenere la soluzione dell’annoso problema che da tanto, troppo tempo causava disagi e danni non indifferenti alla prestigiosa struttura ed ai suoi utenti.
La mia conoscenza delle usanze locali, inversamente proporzionale alla fiducia nella rapidità esecutiva delle istituzioni mi portò ad esclamare: <<NE PO’ FFA’ ACQUA DI CIELO... >> (Può anche piovere tantissimo...), attirando, manco a dirlo, l’attenzione del plumbeo Archibald, che immaginava stessi rendendo nota, hic et nunc, la mia previsione per i prossimi eventi metereologici, peraltro notevoli finanche per il canuto butler, pure aduso al piovoso clima della lontana Albione.
Fu così giocoforza abbandonare braciole e costate e recarmi nella mia modesta biblioteca seguito dal fedele famiglio, che mi ausiliò nella ricerca del dettagliato saggio “Ha chiuvute mmerda e n’ha nzvate a tutte” dedicato al preoccupante fenomeno delle piogge acide e redatto dal metereologo francese Alain Zecourt (Cap d’Antibes, 1845 – Varicocele da decubito durante la proiezione presso il cinema “Fiamma” di “Io sono Mandingo e in c**o te lo spingo” nell’ambito della rassegna culturale “Hard-entemente”, 1889), in cui si evidenzia come l’espressione da me citata sia usata per esprimere tutto lo scetticismo di fronte alla speranza, espressa dall’interlocutore, che un qualsivoglia evento possa concretarsi in tempi brevi.
<<Ci sape ci quidde cristiane a spicciane de parlà, tras’n int’a magana e ne lassane u parcheggio...>> (Chissà se quelle persone smettono di parlare, entrano in macchina e ci lasciano il parcheggio...).
<<See, ne po’ fà acqua de ciele!>> (See, può anche piovere tantissimo...).
Tra le più comuni situazioni che ricevono a commento la frase in esame possiamo citare la speranza che le banche restituiscano gli interessi debitori indebitamente prelevati, che si possano ottenere i risultati di un esame medico eseguito presso le strutture pubbliche entro un mese dalla prenotazione o che a Taranto venga costruito un autosilo per ridurre i problemi di parcheggio.
Il motto si rifà alla prontezza con cui si reagisce ad un improvviso temporale: le casalinghe raccolgono il bucato e coprono i fichi stesi ad asciugare al sole, alcuni chiudono i finestrini delle autovetture lasciati socchiusi per diluire il micidiale cocktail olfattivo dovuto allo smodato consumo di sigarette unito al trasporto di merci dall’odore assai penetrante (baccalà alla pizzaiola, cavoli lessi, pizze ai quatto formaggi abbondante gorgonzola, ecc.), altri, sorpresi all’aperto, corrono cercando riparo in portici, portoni, verande o pensiline di autobus.
Il comune denominatore è la rapidità di esecuzione delle azioni effettuate volta a limitare i danni della precipitazione atmosferica, rapidità che dubitiamo invece possa constatare il destinatario del commento nel veder eudemonisticamente soddisfatta la sua richiesta e/o esaudito un suo desiderio, per quanta acqua dal cielo possa piovere.
Ultimo aggiornamento ( martedì 02 maggio 2006 )
 
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