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Il chiostro dei lupini - Rudiae PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Marco "Capadiciuccio"   
martedì 22 maggio 2007
Mundus caeli vastus constit silentio
( la vasta estensione del cielo si fermò nel silenzio…..)
(Scipio, fr. 2)

Si può non innamorarsi di una frase così bella ? E’ del tarantino Quinto Ennio (239-169 a.C.) che parlava l’ osco (l’ antica lingua dei salentini) come anche il greco ed latino. Io dico tarantino , anzi tarentino (come direbbero il nostro ceto intellettuale di negazionisti (1) ex bevitori di aperitivi alla ex Sem) ma in realtà nacque a Rudiae (Rugge) secondo alcuni l’ attuale  Lecce. Ma  solo secondo alcuni; il dibattito è ancora aperto, sul tema. Se andate su Wilkipedia infatti , trovate questa affermazione , un po’ sconcertante per la verità :  “Come citato da Strabone, nacque a Rudiae, identificata con l'odierna Grottaglie (TA) o, meno probabilmente, con l'odierna Lecce…”.
Quindi non è sicuro per tutti che fosse l’ odierna Lecce….., (lo dice anche Internet ).
Vurtagghie !!! Giammai .....
Quando io ero un quindicenne liceale del liceo Marco Polo di Venezia , infuocato da questi versi e da alcuni intellettuali martinesi amici di famiglia,  di quelli col doppio cognome e la erre rotante , avevo maturato la convinzione, figlia di pomeriggi afosi passati a consultare carte e papiri nelle Biblioteca Marciana di Venezia ,  assieme ad alcuni miei loschi compari , oggi stimati professori di letteratura latina in prestigiose Università, che l’ antica Rudiae fosse in realtà ubicata , udite , udite nei pressi di Martina , più o meno nell’ attuale bosco delle Pianelle, per la precisione.
Dictum factum (detto fatto) , come direbbe Ennio : così mi armai assieme ai compari miei di vanghe e picconi, e trascorsi un’ intera estate a Martina a scavare nel bosco…..
Trovammo credo 30 nidi di vipere con annessi inquilini (credo di aver ammazzato più vipere io nel bosco delle Pianelle che tutta Taranto messa assieme ) , nei faticosi ed afosissimi scavi, e mentre gli altri si godevano le meraviglie del mare noi ci facevamo trasportare da adulti imbarazzati (so’ uagnune….è l’ adolescenza……si però l’ ottre vonn’ a u’ mare, a diskoteke, no’ vonne scavanne l’ estate alle Pianelle come dei curciuli ….) e scavavamo. Rudiae, eravamo certi, sarebbe venuta a galla, finalmente, e la gloria di Ennio sarebbe stata jonica, definitivamente, al massimo condivisa con i martinesi.
Strane cose accadevano intorno a noi : c’ era un bar , detto “illusionista” perché moto , auto , bici, tricicli , ogni cosa parcheggiata là attorno spariva come d’ incanto appena il proprietario si girava; loschi figuri con ray-ban a specchio , si aggiravano attorno alla zona scavi, da noi delimitata con bande rosso-bianche rubate nottetempo in discariche abusive.
Panarijedde locali ci apostrofano con sfottò antichi : “Da tard è venutè ? E ce ste trueve u’ tesore ? Nooo, u piccione de mamate……”.
Ogni muro, muretto, pietraia era per noi un pezzo delle mura di Rugge…..
Una felicità che oggi rimpiango, che finì come era cominciata, un degno inizio di una carriera di venditore di Lupini che si sarebbe poi dispiegata intera nella sua grande potenzialità.

Come scrisse Quinto Ennio:Nos sumus Romani, qui fuimus ante Rudini.
Ed io aggiungerei , in versi: e saremo, tutti,  grandi venditori di lupini.

Capadiciuccio , archeologo
     
NB : tuttavia, quando ancora vado dalle parti delle Pianelle, mi coglie un dubbio.....e se Rudiae, veramente....

(1) negano infatti l' evidenza: di essere essi stessi una massa di grandi venditori di lupini mancati

 
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