Impressioni di un viaggiatore - Lisbona |
L'ha scritt Massimo "massfisc" | |
mercoledì 17 ottobre 2007 | |
Matò quanto fu lungo il viaggio per arrivare in Portogallo.
Può sembrare relativamente vicino ma v’assicuro che pareva di non arrivare mai. Sarà anche perchè per arrivare in Portogallo si sorvola praticamente tutta la Spagna che notoriamente in quel periodo dell’anno si presentava con un paesaggio brullo e tutto uguale. Arrivato nella capitale Lusitana con un volo TAP (compagnia di bandiera Portoghese) approfittai subito del bus (da bravo portoghese aquisito) messo gratuitamente a disposizione dei passeggeri della TAP per raggiungere il mio albergo, l’Hotel Edoardo VII. Era presto pomeriggio, il mio incontro di lavoro avrebbe avuto luogo solo il mattino dopo, e appena dopo aver preso possesso della mia camera decisi che era il caso di approfittare immediatamente del poco tempo a disposizione per vedere quante più cose fosse possibile nel giro di poche ore. Mi incamminai e a pochi metri dal mio hotel ammirai l’imponente monumento al marchese di Pombal, un deus ex machina per Lisbona. In Portogallo si sente molto parlare di lui perché è uno dei personaggi più importanti degli ultimi 300 anni di storia . Per poter capire nel poco tempo un po della città in cui ero e percepirne lo spirito mi addentrai nelle strette vie del Bairro Alto (per certi versi sembra di girare per i vicoli della nostra Taranto vecchia) dove si poteva respirare la vera atmosfera ricca di contrasti di Lisbona. Camminando per i vicoli tortuosi (si può essere assaliti quasi da un senso di claustrofobia) trovai palazzi interamente rivestiti dagli Azuljos, le caratteristiche piastrelle ispirate alla tradizione araba che formano enormi mosaici a tema prevalentemente marino, affiancate a case in totale abbandono quasi pericolanti. A prima vista i palazzi ricoperti dalle piastrelle possono sembrare un po' pacchiani, ma vi posso assicurare che osservandoli un po' meglio sono delle vere e proprie opere d’arte che perfettamente si integrano nel contesto della parte di città che stavo visitando. Terminato il mio breve e pur intenso giro turistico mi trovai a cenare in ristorante dove quella sera ebbi la fortuna di assistere ad un concerto di Fado. Il Fado, è per eccellenza, la canzone di Lisbona, è il prodotto di unsentimento intimo, di un’anima che non si può spiegare. È un miscuglio di emozioni travolgenti e per provare a trasmettere anche a voi quanto intensa è l’emozione con cui vengono trasmessi i sentimenti di chi canta vi riporto brevemente le parole di una famosa interprete di questa magnifica arte scomparsa alcuni anni fa. "Non sono io che canto il fado, è il fado che canta in me". Così Amalia Rodrigues aveva spiegato al mondo il suo amore per quel genere triste e appassionato, in cui note arabe, africane e lusitane si mescolano dando vita a una melodia che incarna lo spirito di una intera nazione. Gente, la serata andò avanti tutta così tra brividi che correvano continui lungo la schiena misti a momenti di grande commozione legatiall’interpretazione semplicemente fantastica. Purtroppo non ebbi tempo per visitare altro di questa bella città che mi son ripromesso di re-incontrare da turista appena possibile. Sperando come al solito di avervi regalato con queste poche righe qualcosa delle emozioni brevi ma intense provate tentando di rubare qualche ora ai miei freddi viaggi di lavoro vi do appuntamento alla prossima tappa. mf... |
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Ultimo aggiornamento ( lunedì 05 novembre 2007 ) |
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