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Abile Linguista cercasi (astenersi perditempo) PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Administrator   
mercoledì 21 gennaio 2009

 Sul modo corretto di scrivere il dialetto si ritorna ciclicamente: da una parte i paladini di una purezza forse mai esistita, a volte in buona fede, a volte evidentemente pro domo loro, dall’altra chi mantiene viva una lingua che, essendo “viva” si evolve, cambia e si modifica in base alle influenze esterne.

A quanto già si disse a suo tempo (si veda la “rassegna stampa” qui) http://www.tarantonostra.com/g2/main.php?g2_itemId=1891

aggiungiamo la lettera che segue, inviata al “Corriere del Giorno” da Aldo “Diecipalazzine” e pubblicata a pagina 22 dell'edizione di mercoledì 21 gennaio 2009, che ci sentiamo di condividere in ogni suo punto.

Prendo spunto dalla lettera del Signor Valerio Pizzolla nella quale lo stesso si indignava per le critiche che, a suo dire, un conduttore televisivo faceva al nostro Corriere reo di aver ospitato in una sua rubrica scritti dialettali  (a giudizio del conduttore) non corretti dal punto di vista lessicale.

 

Scrivo in dialetto  su  un sito locale www.tarantonostra.com, noto per essere un concentrato di tarentinità, goliardia e cultura locale ed in particolare mi occupo di riportare, in vernacolo, le cronache delle partite della nostra squadra di calcio cercando di darne un taglio divertente e scanzonato. 

Io stesso ho avuto il privilegio di vedere pubblicate delle mie poesie sul Corriere del Giorno al fianco di fior di poeti dialettali locali; Bene! Mi sono posto e mi pongo continuamente il problema se il mio dialetto sia più o meno aderente a quello scritto dai nostri più illustri concittadini che in esso si sono cimentati; e nel mio piccolo cerco di auto correggermi attingendo a fonti  autorevoli; nondimeno devo però dire che questo mio doveroso sforzo spesso si perde in una foresta di difformità lessicali  che rilevo, per l’appunto, consultando testi e autori.

Quindi mi chiedo: Come può il conduttore di cui sopra ergersi a paladino del dialetto corretto se anche tra i più celebrati nostri cultori dello scrivere in vernacolo si evidenziano delle notevoli differenze lessicali? Le  evidenti difformità rilevate, spesso disorientano chi, come me, vuol cercare la via corretta alla scrittura dello stesso. Chiedo pertanto al conduttore purista qual è secondo lui il dialetto giusto e cosa ha scritto di tanto corretto da potercene offrire come fonte di sapere?

E’ vecchia storia questa di bacchettarsi a vicenda sull’argomento. La cultura locale è sempre stata piena di questi provinciali duelli. Invece io penso che in un mondo che distrugge tutto così velocemente, quelle persone che, sia pur sbagliando (?), su di un sito, tra le pagine di un giornale o tra quelle di un libro cercano di perpetuare ancora la nostra lingua locale, siano soltanto da incoraggiare. Poi se qualcuno si è montato la testa per quattro notizie dette in dialetto da un’ emittente privata
jè n’otre pàre de manèche…a proposito Pruvèssò: maniche, accòme se scrìve?


La discussione sulla vexata quaestio se esista o meno il "dialetto perfetto" e sulle modalità di definizione dello stesso prosegue sul Purtuso:
http://www.tarantonostra.com/index.php?option=com_smf&Itemid=177&topic=3655.0

 

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 21 gennaio 2009 )
 
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