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Nazzecānne a' scazāte PDF Stampa E-mail
L'ha scritt carmela "Jatta acrest'"   
martedė 14 aprile 2009

 Tutto si è compiuto… 
…  anche quest’anno  la Chiesa del Carmine ha accolto le statue della Passione e i Confratelli che nazzecànne a’ scazàte, le hanno portate  in processione per le vie del borgo attenendosi scrupolosamente all’osservanza degli antichi gesti della tradizione religiosa.
Ora che tutto è finito si pensa già all'anno prossimo... a cosa fare per non ripetere gli errori fatti... tutti gli errori, nella vita quotidiana e durante questi riti sacri...

... anche quest'anno abbiamo risentito le bande che con le loro marce funebri hanno cadenzato il  pellegrinaggio dell’Addolorata e la processione dei Misteri.


Ogni anno gli stessi riti, ogni anno gli stessi personaggi, ogni anno le stesse musiche, ma senza alcuna monotonia perché ogni anno tutto questo viene vissuto dalle stesse persone che  ogni anno tornano a vedere , vogliono rivedere tutto questo  perché ogni anno questi gesti che da secoli ci accompagnano, ci regalano emozioni nuove, facendoci riscoprire noi stessi, mettendo a nudo  quei sentimenti che la frenetica  vita di tutti i giorni ci costringe ad accantonare.

Abbiamo  rivisto  i fedeli coi ceri penitenziali e i perdoni celati dai  loro cappucci,  che  hanno accompagnato le processioni percorrendo le solite vie della città ...
...nazzecànne a’ scazàte,  a piedi nudi, così come nuda è la nostra anima quando  chiediamo perdono ...
...nazzecànne  a’ scazàte,  per sentire a pelle le asperità del terreno e il dolore del lungo cammino di espiazione, così come  i peccati  affliggono  l’ anima…
...nazzecànne  a’ scazàte , per essere a contatto diretto con la terra, la Terra madre e matrigna, la stessa Terra che ci ha generato e che alla fine della nostra esistenza ci accoglierà per darci il Riposo Eterno…

La stessa Terra che quando trema  fa paura perché  distrugge, uccide, portando desolazione,  disperazione e tanto dolore. 
Guardando i piedi scalzi dei perdoni, ci si ritrova a pensare ai fratelli abruzzesi  che la notte delle Palme sono stati colpiti dal terremoto che gli ha tolto tutto, li ha ridotti “a’ scazàte” …
ma questa tragedia ha fatto riaffiorare  i sentimenti buoni  di ognuno di noi , e ci siamo  ritrovati a piangere con loro, a pregare  per  loro…a prodigarci  per loro, con tanto amore e con un cuore che neanche credevamo di avere.

A loro la dedica del primo pensiero di speranza e di resurrezione.

 
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