Da patrune de bastimente a varc' affitte
L'ha scritt carlo "U Sinnache"   
marted́ 18 gennaio 2011
 Taranto è una città che sicuramente al mare deve molto e molte espressioni della saggezza popolare traggono spunto in un modo o nell'altro dal mare stesso.

Tra queste va annoverata la nota: “DA PATRUNE DE BASTIMENTE A VARC' AFFITTE” ([Passare dalla condizione di] padrone di un bastimento a [quella di] affittuario di una barca).

L'espressione fu mirabilmente chiosata da Miguel Angel Maricentros (Bilbao, 1868 - Tumulti seguiti al tentativo di verifica della rispondenza agli standard igienico sanitari del panificio "Garibaldi" (a.k.a. "Bobo"), 1937), tenente di vascello della marina militare spagnola distaccato presso l'ammiragliato tarantino, soprannominato "rombo di tuono" presso il locale circolo ufficiali per la sua capacità di riuscire a produrre una salva di rutti con durata non inferiore ai cinque minuti e intensità sonora media di 80 dB(A) ad un metro di distanza in campo libero con una sola "canadese" di Raffo.

Nella sua qualità di uomo di mare e ospite che cercava di conoscere le sfumatura della lingua della città che lo aveva accolto, il Maricentros fu colpito dal motto in oggetto, tanto da ricordarlo in una pagina del suo diario che di seguito riportiamo tradotta.

“Con l'espressione "da patrune de bastimente a varc' affitte" si commenta un repentino quanto notevole peggioramento della situazione economica e dello stato patrimoniale del soggetto della frase, esplicitata con il passaggio da uno status di possidente di una imbarcazione di notevoli proporzioni al ridursi ad affittare un naviglio di ben più modesta stazza. Poiché l'economia del popolo locale è fondamentalmente basata sulla pesca, il possesso di una barca che consenta di svolgere questa attività è considerata condizione "sine qua non", tanto che questa imbarcazione è spesso l'unico bene di famiglia e viene passato da padre in figlio al fine di consentire il sostentamento economico del nucleo familiare.

Il ridursi ad una barca in affitto è quindi considerato come condizione di estremo disagio economico, tanto quanto il possesso di un bastimento, per un popolo abituato alle "paranze", è segno di notevole abbienza.”