L'ha scritt carlo "U Sinnache"
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venerd́ 05 agosto 2011 |
Tornava un vastaso al tetto: inciampò e cadde tra nasse: portava, ancor non l'ho detto, tanta Raffo che tutti saziasse. Ora è là, come in croce, che porge le Raffo a quel cielo lontano; ma è buio, nessuno lo scorge non qualcuno che gli dia una mano. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano invano: egli immobile, attonito, addita le Raffo al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito immortale, d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!
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