Temb'e frasche
martedì 27 luglio 2004

Ero reduce da una piacevole serata trascorsa in compagnia del poliedrico Alessandro Guido, della sua graziosa signora e di una coppia di loro simpatici amici e scandagliavo il "mare magnum " di internet alla ricerca di una risposta all'interrogativo che era sorto proprio in occasione del nostro conviviale incontro, ovvero: quante foglie di menta bisogna impiegare per fare un "Mojito" come si deve?

La risposta sembrava essere affidata più alla sensibilità dell'esecutore del cocktail che ad una ricetta ortodossamente definita, e neppure il più volte utile motore di ricerca "Cevuechianne 6.0" era in grado di fornire un risultato statisticamente accettabile.

In quel mentre entrò nel mio modesto studiolo il sempiterno Archibald, recando seco un vassoio con il "petit dèjeuner" a base di cozze arracanate, frittura misto mare, gamberoni arrosto e Raffo ghiacciata che di di solito gradisco verso metà mattinata per placare il languorino che vellica le mie pareti epigastriche. Nel posare la guantiera sulla scrivania, il sempre attento Archie non mancò di notare il radicale restailing a cui era stato sottoposto il sito www.tarantonostra.com, esprimendo il suo leggero disappunto per la mancanza del colore blu che, insieme al preponderante rosso, nel vecchio sito gli ricordava il patro vessillo della "Union Jack".

"Ehh, Archibà - risposi - timp'e frasche ce volene pe' maturà le nespole!" (Ehh, Archibald, per maturare le nespole servono tempo e fronzuti ramoscelli ) dissi per invitarlo ad attendere il compimento della immane opera di risistemazione che il solerte Alessandro Guido si era assunto l'onore e l'onere di compiere ma, come al solito, la mia risposta ebbe l'immediato risultato di far aumentare la perplessità del mio austero famiglio, che ben poco comprese cosa avesse a che fare il rifacimento di un sito internet con la maturazione dei gustosi frutti degli arbusti dei Rosali.

Fu giocoforza risolvere il misunderstanding e, sempre tramite "Cevuechianne 6.0" trovai in rete il file in formato .rtf del manuale "Dalle prugne alle prugnette - Suggerimenti per un pic-nic erotico", compilato con superba chiarezza da Karol Wikakasky (Danzica, 1923, annegamento durante i rilievi topografici della palude retrostante la pineta "Fucarino" insistente nel secondo seno del Mar Piccolo,1969), geometra agrimensore e gaudente incallito, allievo prediletto del nobile esteta italo-polacco Wladimir Monthepasky di Siena, duca di Cracovia, inveterato pederasta e studioso della fauna avicola della zona de "Le Cascine" di Firenze, a cui il Wikakasky collaborò e da cui trasse, per sua stessa ammissione, ispirazione per la opera citata.

Nel detto manuale, il Wikakasky, impiegando un linguaggio allusivo per sfuggire alle maglie della censura ed evitare di terminare la sua carriera in un sovchoz, pitteggia con sapida arguzia metodi e pratiche agricole fornendo, all'attento lettore, suggerimenti per concludere con profitto la tenzone d'amore.
In particolare, nella esegesi del detto da me improvvidamente citato, il Wikakasky sottolinea che per ottenere la "maturazione delle nespole", evento in cui è facile riconoscere (per il tono generale dell'opera e per la anatomia, forma e colore del frutto che richiama allegoricamente la vulva femminile) il compimento dell' ars coeundi , occorrono due fattori, ovvero "tempo" e "frasche".

Fuor di metafora, il Wikakasky ammonisce a non avere fretta nel voler concludere con un congiungimento carnale una liason d'amour , per quanto l'uno sia fremente e l'altra bendisposta vi sono comunque dei tempi da rispettare che non possono essere contratti o ridotti, pena l'insuccesso e la delusione, quale quella che l'improvvida ed impaziente cuoca sperimenta nell'aprire incautamente il portello del forno di casa, vedendo mestamente ed irrimediabilmente sgonfiarsi il fino a quel momento prorompente soufflè .

Ma tanto il tempo non risente delle influenze dell'attività umana, tanto le "frasche" rappresentano invece l'imprescindibile impegno degli attori, che devono ingegnarsi al meglio per ottenere il tanto desiato risultato. Riassumento, solo attendendo le nespole non maturano al meglio, ma anche le più attente cure prestate non possono far si che l'evento si compia in due o tre giorni.

Ad oggi il detto è stato mutuato nell'uso comune per esortare ad avere pazienza e, nel contempo, impegnarsi al meglio per ottenere un risultato, invitando alla calma l'impaziente utente che vorrebbe avere "tutto e subito"; esempi classici possono essere colti dalla vita di tutti i giorni, come dal meccanico:
"Giovane, l'è cangiate l'olie alla magana ca t'agghie lassate dece minute fa?" (Figliolo, hai di già sostituito il lubrificante al motore dell'autovettura che ti lasciai in custodia dieci minuti orsono?)
"Seee, bell'bell, ca ce volene timp'e frasca pe' maturà le nespole!" (Signornò, abbia la compiacenza di attendere il giusto, solo col tempo e le opportune cure le nespole giungono a completa maturazione).
In ufficio: "Ogni vota ca l'appiccie, stù compiuter se chianta; ma cè cazz'agghia fà?" (Ogniqualvolta avvio il mio elaboratore elettronico, questo si arresta senza alcun apparente motivo; come posso ovviare a sì fastidioso inconveniente?)
"Va vì ce tiene sus'a quidde ardisc. Ha fa nu scandisk e nu defrag e ha da aspettà ca spiccia tutte cose, scapucchiò; timp'e frasca ce volene pe' maturà le nespole!" (Chissa mai cosa hai archiviato sul tuo disco fisso. Stante la probabile mole di dati è opportuno che tu provveda ad avviare acconci programmi di manutenzione periodica, attendendo altresì che questi risolvano al meglio il problema, caro il mio poco esperto utente. Necessitano sia tempo sia impegno al contadino per ottenere la maturazione delle nespole!).

Ultimo aggiornamento ( martedì 27 luglio 2004 )