Nomi tarantini nel mondo
L'ha scritt Pino Campanelli   
domenica 10 giugno 2007
Quando sei in giro per il mondo è sempre molto divertente trovare le assonanze tra la nostra lingua madre e gli idiomi locali.
Circa alla fine del secolo scorso, in Brasile, con mia moglie Angela indugiavamo a fronte di uno spettacolare bouffet di frutta. Le più inusuali forme ed i più stupefacenti colori di frutti  tropicali mai più visti ci invitavano a provare  delizie del palato e sapori e del tutto originali. Ad ogni vassoio corrispondeva una targhetta con la indicazione del nome e delle caratteristiche del frutto e, in base a quello, ci regolavamo.
Un solo vassoio era vuoto, e sulla targa c’era scritto “NARANJITA Navel “.
Utilizzando il mio patetico ispano/porto/brasiliano ( che Totò & Peppino avrebbero fatto migliore figura) chiesi ad un cameriere di che cosa si trattasse, e questi, ci fece un cenno di scusa per non poter reintegrare il contenuto del vassoio, quindi, con tono professionale sillabò il nome del frutto terminato, con le seguenti letterali parole: “marangia uashindòn navel”.

A questo episodio ho ripensato pochi giorni orsono a Praga.
Nella splendida capitale della Repubblica Ceca, fra le tante meraviglie, spicca un antico orologio astronomico, capolavoro di tecnica, che oltre al dato cronologico indica il segno zodiacale, il santo del giorno e non solo.
L'orologio è composto da due quadranti, da 8 figure, quattro poste ai lati del quadrante superiore e quattro ai lati del quadrante inferiore.
Al di sopra del quadrante superiore due finestre, conosciute come il Corteo degli Apostoli.
Le quattro figure del quadrante superiore simboleggiano la "Vanità", l'"Avarizia", la "Morte" e la "Lussuria".
Allo scoccare dell'ora, la Morte suona una campana e capovolge la clessidra che ha nella mano sinistra, gli Apostoli cominciano a passare dietro le due finestre chinandosi verso la folla: dalla finestra sinistra per primo passa Paolo con una spada ed un libro, poi Tommaso con una lancia e, di seguito, Giuda con un libro, Simone con una sega, e Bartolomeo con un libro; dalla finestra di destra Pietro con una chiave, Matteo con una scure, Giovanni con un serpente, Andrea con una croce, Filippo con una croce e Giacomo con un martello di legno.
E finalmente l'ora viene suonata con il canto di un gallo e la folla applaude.
L’orologio è quindi un passaggio obbligato, che deve però essere programmato allo scoccare dell’ora esatta, altrimenti ti toccaaspettare in piedi in mezzo alla gente, guardando due quadranti dorati .
Ci siamo passati ad ora di cena e, proprio di fronte all’Orologio, non abbiamo potuto fare a meno di notare un ristorante gremito in ogni ordine di posti.
Il ristorante, ovviamente, riprende il nome dalla attrazione turistica e si scrive “ U Orloje”, ma si pronunzia “U 'rlogge”, solo con la “gg” molto addolcita.
Possibile che nostri antichi concittadini possano aver fatto danni anche lì ?