I palloni
martedì 27 luglio 2004

Palloni classici: il super tele. Da evitare, se possibile: poco più pesante di un palloncino a elio, probabilmente meno resistente; uno sguardo troppo intenso rischiava di forarlo, figuriamoci un cespuglio di rovi o il parafango di una macchina… se calciato con forza (sbonnato) prendeva velocità per i primi due metri, dopodichè rallentava la sua corsa ma in compenso assumeva traiettorie irregolari da fare invidia alle punizioni di Mariolino Corso;

data la rapidità con cui si bucava, qualcuno aveva escogitato un modo per allungarne la vita, riciclandolo come bizzarro copricapo: non era infrequente imbattersi in ragazzini che sfoggiavano una singolare papalina di gomma colorata e a pentagoni neri;

L'èlite. Da non prendere neanche in considerazione: un'imitazione del super tele, figurarsi…; A volte si aveva la fortuna di calciare rassicuranti "derby", solidi "wembley" e, un po' più tardi, avveniristici Tango, ma è sempre stato il super santos il principe dei palloni da strada. Non troppo pesante, ma allo stesso tempo compatto e resistente. Il colore arancione, la trama nera a suggerire immaginarie cuciture, lo stesso nome che riportava all'epoca di Pelè, il super santos ha un sottile fascino retro; ci parla di un calcio che non abbiamo mai conosciuto in prima persona, in bianco e nero, pieno di fibbiuti palloni "pre-esagono".

Il pallone compagno di gioco e di strada: ce lo portavamo appresso in lunghe peregrinazioni alla ricerca di campi e complici, sbattendolo quando possibile (a volte anche quando non possibile…) contro un muro per farci due palleggi; a volte, in strade vuote e assolate, sedendocisi sopra, ma con moderazione, altrimenti diventava "a cuculino"!

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 28 luglio 2004 )