A BRAVURA DE MESTE UCCIE, CA DESE NU SCKAFFE AU CIUCCIE
L'ha scritt carlo "usinnache"   
mercoledì 28 novembre 2007
Chiacchieravo amabilmente con un altro socio del club di palindromisti a cui mi faccio sussiegoso vanto di appartenere mentre attendevamo frementi di eleggere a scrutinio segreto e con il sistema di panachage il presidente che avrebbe guidato il nostro sodalizio per il prossimo biennio, quando il discorso cadde sullo spiegamento di forze impegnato contro l'Irak da parte della coalizione amero-europea nell'ultima guerra del golfo.
Di fronte ai trionfalistici peana intonati dal mio interlocutore non potei trattenermi dal commentare sarcastico <<A BRAVURA DE MESTE UCCIE, CA DESE NU SCKAFFE AU CIUCCIE (La prodezza di Mastro Uccio, che diede uno schiaffo all'asino).

Come esaurientemente spiegato dal fisiopatologo norvegese Roald Fridtjof Nanzamamsen (Lysaker, 1861 - Rottura del cavo elastico in occasione di un bungee jumping all’interno dell’altoforno 5 presso lo stabilimento ILVA ex Italsider, 1928) l’espressione commenta sia una azione apparentemente coraggiosa ma che non presenta poi pericoli reali o comunque di entità pari a quelli descritti dall’attore della azione stessa, che l’aver infierito su qualcuno evidentemente non in grado di difendersi.

Come tanti altri modi di dire, anche questo affonda le sue radici nella cronaca quotidiana e trae ispirazione dalle vanterie di un non meglio identificato Mastro Uccio che al fine di convincere del proprio coraggio i suoi occasionali compagni di bevuta, raccontava di avere avuto l’ardire di aver percosso con uno schiaffo nientepopòdimenoche un asino, animale universalmente noto per la sua pazienza e che spesso neanche con le bastonate viene stimolato ad una reazione aggressiva.
Ultimo aggiornamento ( giovedì 27 dicembre 2007 )