Piccolo dizionario del gergo dei cambetti
martedì 27 luglio 2004

Chiunque rispetti la legge dei cambetti lo sa: commentare, sfottere, offendere, suggerire, esclamare, ridere e far ridere, sono elementi almeno altrettanto importanti dello giocare in sè. Ironia corrosiva, disincanto, cozzaraggine molesta e genialità hanno dato vita nel tempo a un vero e proprio gergo: non conoscerlo o non apprezzarlo significa perdere almeno la metà del divertimento.

Commenti e domande retoriche

(N.B.: alle domande retoriche va sempre anteposta la congiunzione "e", anche a inizio frase):

"e cce' ste' au sanzir'?!": a commentare tiri o passaggi fuori misura per eccesso (da declamare con tono sfottente e/o sfiduciato).

"e cce' ste' au sanzir'?!": a commentare tiri o passaggi fuori misura per eccesso (da declamare con tono sfottente e/o sfiduciato).

"e ce ste sciucam, cu le signurin'?": quando qualcuno si lamenta del gioco troppo maschio.

"e ce ste scioche a' pall'a'fa'tù?": a stigmatizzare interventi approssimativi.

"Meta!" : commento ironico a un tiro particolarmente alto.

"Signoraaaa!": come sopra. si vuole insinuare che il pallone sia finito così lontano da essere entrato a casa di qualcuno. Naturalmente può essere usato anche in assenza totale di case e di signore.

"Mooo... ce puntazz'!": Commento di un tiro forte ma non elegante.

"Stù pallon' è a cucculin'! Vè tutt' sdrammat'" : Il pallone non è propriamente sferico e assume traiettorie sghembe.

" Naaa vid vid....quedd e' a cann du goll!": Frase indirizzata al compagno che non passa mai la palla e che cerca sempre l'azione personale sotto porta.

"Alle cape d' firr!": da urlare a mo' di "si salvi chi può" in caso di pallone a campanile che precipita da altezze siderali.

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 28 luglio 2004 )