No cot' a canE, no mustazzE a jattE E NO CCULE A CRISTIANe
L'ha scritt carlo "U Sinnache"   
mercoledì 17 marzo 2010

Mentre discutevo degli ultimi fatti di cronaca con Archibald, il mio prezioso ed impagabile (e perciò da sempre senza stipendio) maggiordomo mi chiese quale fosse il mio punto di vista in merito al perdurante conflitto tra ebrei e palestinesi.

Risposi laconicamente "NO COT' A CANE, NO MUSTAZZE A JATTE E NO CCULE A CRISTIANE" (non [toccare] la coda ad un cane, i baffi ad un gatto ed il sedere ad un uomo) per poi constatare che il significato del mio laconico commento sfuggiva al mio britannico interlocutore.

Mi risolsi a delucidarlo ricorrendo alla pregevole opera “Uno sparo nel buio - cronaca di pesca alla jacca nelle notti di luna nuova” del noto cronista di viaggi Bruce Schatwin (Oxford, 1940 - Mancata precedenza a carovana di cammelli nel deserto del Gobi, 1965) che nel capitolo dedicato ai consigli per i viaggiatori nelle lande tarantine consiglia caldamente di non toccare né la coda ad un cane, né i baffi ad un gatto, né il sedere ad un uomo, ovvero di evitare atti che potrebbero provocare una reazione pericolosa.

Il motto viene estensivamente usato per dissuadere qualcuno dal compiere una azione che già in anticipo si prevede risulti assai poco gradita alla controparte ricevente che per questo potrebbe reagire con malagrazia e conseguente serio pericolo per l’incolumità fisica del soggetto a cui l’ammonizione è rivolta (cfr. anche "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria ovvero pigghiamento di passaggi e sckaffe in faccia" di Cataldo Manomorta - AMAT edizioni) oppure come commento di un accadimento originato da una azione i cui effetti nefasti erano facilmente ipotizzabili.

Per l’esemplificazione del concetto la saggezza antica ha ricorso a delle verità universalmente note; tutti sanno infatti che un cane reagisce con aggressività allorquando venga toccata all’improvviso la sua coda, così come un gatto scatta all’attacco se vengono urtate le sue vibrisse ed un uomo  (o una donna) si ribella con veemenza ad una sgradita esplorazione tattile delle proprie rotondità posteriori.