Il codice della rampa da Vinci |
L'ha scritt Piergiorgio | |
martedì 31 agosto 2004 | |
Il codice della rampa da Vinci Un dramma si sta consumando al suo interno, nella sala di ingresso: il vecchio giardiniere Ferrajolo, colpito a morte, lancia con un gesto disperato una bottiglia di Raffo contro il finestrino di una macchina parcheggiata di fronte, mandandolo in frantumi e facendo intervenire il suo allarme antifurto. La scena che si presenta ai primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio a cavalcioni sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere pochi numeri, alcune parole e soltanto un nome: Roberto Langella. Ed è proprio lui, studioso di simbologia, scortato dalla polizia sul luogo del delitto, a capire immediatamente che l'anziano giardiniere ha lasciato un messaggio oscuro e potenzialmente esplosivo che potrebbe consentire, a chi lo decifrerà, di accedere liberamente ai parcheggi sulla rampa da Vinci di fronte al circolo della Marina Militare, senza preoccuparsi di strisce blu e parcometri a pagamento, piaghe endemiche che affliggono il "Borgo", e non solo. La scoperta è sconvolgente: chiunque si impossessi del codice di programmazione racchiuso nel messaggio potrà gestire una delle principali fonti di reddito della città intera ed avrà accesso a un potere sconvolgente che la setta segreta dei parcheggiatori abusivi tenta da sempre di dominare. Langella, improvvisatosi detective contro la sua volontà, e aiutato da Sofia, giovane e piacente nipote della vittima, sfiderà secoli di storia e minacce imprevedibili confrontandosi con angosciosi interrogativi: che fine fanno i soldi raccolti nei parcometri? Quali sono i requisiti per ottenere il permesso di parcheccio gratuito in centro? Parcheggiatore si nasce o si diventa? La verità sarà sconvolgente e, una volta scoperta, Langella guarderà la pendenza di quel breve tratto di strada, misconosciuto da molti tarantini, con occhi nuovi. Incipit: Il famoso curatore del giardino, Luigi Ferrajolo, raggiunse a fatica il cartone di birra Raffo che nel pomeriggio il garzone della drogheria aveva lasciato vicino al recinto. Afferrata una bottiglia, l'uomo di settantasei anni tirò la bottiglia dall'altra parte della cancellata, mandandola ad infrangersi contro il finestrino della 127 sport parcheggiata sul bordo della strada, rigorosamente in doppia fila ed in divieto di sosta. Il vecchio sentì latrare l'allarme antifurto, poi cadde all'indietro, per effetto dello sforzo. Ultimo paragrafo: Con un profondo senso di riverenza, Roberto Langella si inginocchiò. E allora, per un attimo, gli parve di udire una voce di uomo - la saggezza delle età passate - che con un tono gentile ma deciso gli chiedeva: "Maè, m'ha pajà nu cafè, ca te uard'a maghena?" |
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Ultimo aggiornamento ( martedì 23 novembre 2004 ) |
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