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Vuoto e forma PDF Stampa E-mail
L'ha scritt carlo "U Sinnache"   
giovedì 10 novembre 2011

 Un giorno Biwenabhirrha, il mai pago escatologo, chiese al Maestro il significato del detto: "La forma è vuoto ed il vuoto è forma".

Il Maestro gli rispose che di un recipiente noi vediamo la forma, ma è il suo vuoto che ne giustifica l’uso e quindi l’esistenza stessa.

Prese così un secchio e lo riempì di grosse pietre, poi si volse verso i discepoli e disse: “Secondo voi, il secchio è pieno o è vuoto?

I discepoli risposero: “Il secchio è pieno, o indefettibile Maestro!

Il Maestro allora prese della breccia e la versò nel secchio, poi lo agitò finché questa non si infilò negli spazi vuoti tra le pietre.

Come vedete – disse il Maestro – quello che è apparentemente pieno è ancora intimamente vuoto. Considerando ciò, ora il secchio è pieno o è vuoto?

Ora il secchio è pieno, o illuminato Maestro!

 

Il Maestro allora prese della sabbia e la versò nel secchio, poi come prima lo agitò finché la sabbia non riempì tutti gli spazi rimasti vuoti in precedenza.

Ancora una volta avete voluto affidarvi agli occhi della materia e non a quelli dello spirito; l’errore dell’uomo è nel voler credere solo a quello che vede e non a quello che ha già sperimentato. Questa prova vi sia di perenne ammonimento, questo è l’insegnamento di oggi.” concluse il Maestro.

Allora dal gruppo dei discepoli si alzò Mhifazzhafezza, e disse: “O inarrivabile Maestro, consentimi di proseguire sulla strada da Te mostrata

E sia” gli concesse Il Maestro.

Mhifazzhafezza allora stappò una Raffo e la versò nel barattolo, finché la birra non fu tutta assorbita dalla sabbia.

Mhifazzhafezza apostrofò allora i suoi compagni dicendo: “O amati fratelli, ecco cosa ho adesso compreso: che per quanto noi ci si possa sentire pieni, avremo sempre spazio per bere un'altra Raffo!

Gli altri discepoli guardarono ammirati Mhifazzhafezza ma il Maestro si adirò con lui e lo scacciò in malo modo, intimandogli di sparire per sempre dalla sua vista.

Modòcerhuttho, amico fraterno di Mhifazzhafezza, si addolorò per la perdita del compagno e chiese: “O incommensurabile Maestro, perché tanta durezza nel tuo agire? Non aveva forse Mhifazzhafezza ragione nella sua affermazione?

Il Maestro guardò i discepoli e disse: “Quando saranno trascorsi cent’anni da questo giorno, quando voi avrete raggiunto l’illuminazione che l’universo intero vi mostra nella sua essenza, quando puri come bambini tutto dimenticherete perché nulla avrete bisogno di conoscere, solo una cosa ricordate: non vi è Verità, non vi è Saggezza che valga lo spreco di una Raffo”.

 
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