La Raffo dei miracoli |
L'ha scritt carlo "usinnache" | |
giovedì 29 luglio 2004 | |
Un giorno Biwenabhirrha, l'allopatico esegeta, chiese quali capacità acquisisse il fedele bevitore di Raffo. "Non serve a niente", si disse il sommelier, "perché quell'uomo pronuncia male le sillabe. Anziché salmodiare "A chi non…", dice "A cì no'...". Noleggiata una barca, remò in direzione dell'isola di San Paolo, donde sembrava provenire la voce. In una capanna di canne scorse, seduto per terra, un cozzaro che si dondolava al ritmo della ripetizione della formula iniziatica. "Grazie cumbà", disse l'altro con umiltà, offrendogli in cambio la sua ultima Raffo ghiacciata in segno di ringraziamento. Mentre il buongustaio si allontanava dalla riva, dalla capanna non arrivava più alcun suono; tuttavia, era convinto che la lezione aveva dato i suoi frutti. Fu allora che udì un "A cì no'..." pronunciato con esitazione: il cozzaro dell'isola si era messo nuovamente a pronunciare la formula a modo suo ... Mentre il gastronomo era assorto nelle sue riflessioni, meditando sulla perversità degli uomini e sulla loro cocciutaggine nel perseverare nell'errore, i suoi occhi scorsero uno strano spettacolo: il cozzaro della capanna aveva lasciato la sua isola e stava venendo verso di lui camminando sulla superficie dell'acqua del Mar Grande… Stupefatto il sommelier smise di remare. L'altro lo raggiunse e si rivolse a lui con queste parole: "Cumbà, m'ha scusà… m'ha spiegà n'otra vota accome se dice a' formula giusta ca me l'agghjie scurdate?" |
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Ultimo aggiornamento ( venerdì 22 febbraio 2008 ) |
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