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OPERAZIONE SPIAGGE PULITE PDF Stampa E-mail
venerdì 05 agosto 2005
Abbiamo ricevuto da Girolamo Albano, presidente della Associazione
"TarantoViva"  la richiesta di dare diffusione alla loro campagna di sensibilizzazione mirata alla pulizia delle spiagge del litorale ionico.
Aderiamo alla operazione con entusiasmo e convinzione, condividendo modalità ed obbiettivi; ancora una volta i fili di una società che vuole scrollarsi di dosso ataviche colpe e genetiche indolenze si stringono e si intrecciano a formare una rete di collaborazione e solidarietà.

Di seguito trovate un testo dello scrittore Cosimo Argentina; leggiamolo, meditiamolo e, soprattutto... mettiamolo in pratica!

Tutto è nato da una fotografia scattata dall'amico Eduardo ... l'immagine è  di quelle che rilassa ... il mare, la spiaggia, un ombrellone ed una sedia pieghevole ... il messaggio è un invito al rispetto del luogo, un invito a  lasciare la spiaggia così come la si è trovata.
Sono stati realizzati 200 manifesti, dim. 70x100 cm ... saranno affissi in  giro per le vie di Taranto (città e Litoranea di competenza) fin dal  prossimo lunedì 8 Agosto e ci rimarranno per i successivi 10 giorni.  Per questa iniziativa TarantoViva ha voluto scegliere un testimonial di eccezione, lo scrittore tarantino COSIMO ARGENTINA ... lui ha accettato con il solito entusiasmo che lo contraddistingue ... come sempre Mimmo ha  mostrato affetto e stima per la nostra associazione ed una forte  sensibilità  ambientalistica ... non smetterò mai di ringraziarlo.

Spero che l'invito al rispetto della Natura arrivi alle coscienze di quante più persone possibile affinchè anche quest'anno non si non si debba assistere allo scempio che si verifica durante le notti di San Lorenzo e di Ferragosto ma che soprattutto chi usa la spiaggia lo faccia come se fosse realmente una cosa propria ... insomma che la tratti con amore.

Girolamo Albano
Presidente Ass. TarantoViva
www.tarantoviva.it

 OPERAZIONE SPIAGGE PULITE


Capisco che ve lo siete sentiti dire migliaia di volte e alla fine manco ci credete più agli appelli e alle iniziative di organi di stampa e associazioni. Ma fatemelo scrivere ancora una volta.

Mi sono fatto un giro per le spiagge di Taranto con moglie e figlio di due anni al seguito. Ho provato a esercitare il mio diritto di bagnante indipendente nelle spiagge libere di San Vito e un po’ di tutta la costa orientale e il risultato è stato uno slalom tra cocci di bottiglia, pezzi di bidè, tappi di birra con le creste arrugginite, pesci in putrefazione, mozziconi di sigaretta in quantità industriale e un paio di tonnellate di plastica nelle sue più variopinte espressioni.

Sì, d’accordo, la cosa pubblica, il bene pubblico non ce lo siamo mai sentito nostro, e così come per le tasse ora potreste tirarmi in ballo i Borboni, gli Angioini, il giogo straniero, l’odio per il demanio visto come il simbolo del potere e compagnia bella. Sta di fatto che a ben guardare Taranto le coste e il mare sono i gioielli di famiglia; il resto è campagne, gravine, rocce, nubi tossiche e spuntoni di murgetta che non ci daranno mai i giochi olimpici invernali. Ma il mare… il mare, signori miei, quello sì che spacca. E le spiagge ne sono il solidale legame con la terra. Attraverso le spiagge noi abbiamo il mare e l’accesso a ‘sto mondo liquido, che termina dove, attraverso il filo dell’orizzonte, l’acqua si trasforma in cielo di vetro, è una zona franca dove tutti possiamo afferrare due raggi di sole osservando i bambini spalettare con curiosità.

Una campagna di sensibilizzazione verso il mantenimento e la pulizia delle spiagge non è una dichiarazione di guerra né un dito puntato in faccia a quelli come me che con carabattole e canotti si trascinano lungo la litoranea alla ricerca di un tuffo o di due bracciate alla Filippo Magnini; tutt’altro: significa solo che se un uomo dovesse ripulire dieci metri quadrati di sabbia dovrebbe investire le proprie ferie e invece se ognuno si portasse dietro i propri pannolini, pezzi di tortina, buste del supermercato, taniche di birra, carta stagnola, stecchi di gelato, bucce di banana, il duro del bordo della focaccia che il piccolo scarica per terra, bottiglie di acqua diuretica, scatole di antispasmina colica… la faccenda richiederebbe solo una manina libera e lo sbattimento di cercare un cassonetto non incendiato lungo il percorso verso la Twingo parcheggiata in zona caldo feroce.

Una campagna del genere significa che c’è qualcuno che compra la carta, va in tipografia, fa stampare i manifesti, li appiccica ai muri e ai pali della luce e ne segnala la presenza non perché la moglie lo cornifica e allora ce l’ha col mondo: il motivo è che a ‘sto mare ci tiene. L’Associazione TarantoViva è formata anche da persone che passano il  novanta per cento della loro esistenza a centinaia di chilometri da Taranto e proprio a causa di questa lontananza se lo sognano la notte, ‘sto mare. Volerne vedere le spiagge pulite, e non solo quelle dove un gruppo di ragazzi con le magliette tutte uguali dragano ogni giorno i dieci centimetri di competenza, è un’esigenza, un diritto, una speranza e anche un urlo per la sopravvivenza.

Quest’appello è rivolto ai figli di Taranto che vivono le coste all’use nuestre, ai padri di famiglia, alle donne – pasta al forno, alle famiglie numerose o a quelle il cui reddito pro capite non è da fantascienza… gli altri, i signori cabinato o yatch o due alberi il mare se lo gustano capovolto, partono dagli imbarcaderi coi loro ferri da stiro e poi si scelgono un fazzoletto di Ionio e giù in acqua. ‘N’altra storia, quella. Invece i manifesti vanno principalmente a chi vive le spiagge, magari dalla mattina alla sera, almeno il sabato e la domenica. A chi, semmai decide di sputare in cielo, poi sempre sotto rimane…

Per anni mi son sentito dire che i lombardi andavano a Otranto e a Vieste e non a Taranto perché le acciaierie mescolavano il loro fiato con quello di zio Poseidone; non sarebbe giusto che quelli che vengono convinti a dare un’occhiata da queste parti dovessero ritornarsene carichi di meraviglia e con una puntura antitetanica rimediata in fretta e furia al pronto soccorso di lido Gandoli.

 
                                                                                                         Cosimo Argentina 


Ultimo aggiornamento ( mercoledì 31 agosto 2005 )
 
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