Mò vene Paske e quist sò l'ove |
L'ha scritt Piergiorgio | |
giovedì 29 luglio 2004 | |
(Adesso viene Pasqua, e queste sono le uova, ad uso degli allievi meno attenti del corso T.A.R.A.S.). Come molte ricorrenze cattoliche, anche la Pasqua si riallaccia ad antiche celebrazioni pagane; in particolare all'equinozio di primavera ed al rinnovarsi della natura segnalato dallo sbocciare delle gemme sugli alberi e dalla ricomparsa di numerose specie animali che avevano trascorso in letargo il periodo invernale. L'equinozio di primavera segna una rinascita ed a questo significato si lega la Pasqua cristiana che ricorda la resurrezione di Gesù, la sua "rinascita" ad una nuova vita sia terrena che spirituale. Uno dei simboli più pregnanti della nascita è senz'altro l'uovo, che contiene in se il germe della vita, invisibile sino al momento della sua manifestazione; e come da un uovo "rinasce" Gesù abbandonando il suo sepolcro che fino ad allora lo aveva protetto come fosse un guscio. Ecco che quindi l'uovo diventa il simbolo della Pasqua, caratterizzando questa festa in tutto il mondo cristiano e diventando, nella sua versione di cioccolata, il principale dono che ci si scambia tra parenti e amici ed ecco allora la spiegazione della frase, senza nessuna valenza allusiva dovuta alla posizione degli arti superiori, che in verità mimano il trasporto di un canestro colmo di uova e perciò tanto pesante da dover essere sostenuto con due mani. A supporto di questa tesi è per l'appunto il riferimento alle uova che presentano per l'autore diversi significati marcatamente erotico-genitali. Oltre a quelli legati alla loro forma, simile, come evidenziato, a quella delle ghiandole maschili, il Gonzales ricorda che l'uovo sbattuto (eventualmente arricchito con zucchero per ottenere lo zabaione) è uno dei principali corroboranti prima e dopo una impegnativa performance sessuale, e sottolinea che un uovo fresco che venga consumato suggendo direttamente il contenuto tramite un piccolo foro praticato sulla sommità richiama subito per analogia alla mente alcune pratiche bucco-genitali spesso goduriosamente praticate nel segreto delle alcove. Sia come sia, che si propenda per l'amore sacro o l'amor profano (come cantava uno splendido poeta mai troppo rimpianto), è un incontrovertibile dato di fatto che mo' vene Pasche, e chiste so' l'ove! |
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Ultimo aggiornamento ( giovedì 29 luglio 2004 ) |
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