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venerdì 19 aprile 2024
 
 
Mò vene Paske e quist sò l'ove PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Piergiorgio   
giovedì 29 luglio 2004

(Adesso viene Pasqua, e queste sono le uova, ad uso degli allievi meno attenti del corso T.A.R.A.S.).
In verità, come spesso accade, le opinioni degli esperti non sono tutte concordi e propongono punti di vista affatto diversi tra loro. Tra le altre, spicca senz'altro l'attenta analisi fornita dal sacerdote gesuita di origine etiope Hailè Yogodho Semelhameni (Addis Abeba, 1895 - Disidratazione a seguito di sciopero della sete durante un sit-in per chiedere il ritorno della fabbrica della Raffo in Taranto, 1986) che venne scomunicato dal locale nunzio apostolico quando venne scoperto a giocare a stoppa usando le ostie consacrate come fiches.

In un acuto saggio intitolato "A piscia bagna u liette e u cule abbusca", dedicato ai più eclatanti episodi di malasanità del periodo (ivi inclusa la sua defenestrazione, a suo dire ingiusta), il Yogodho Semelhameni chiosa il motto in esame dandone una interpretazione filosofico-teologale.

Come molte ricorrenze cattoliche, anche la Pasqua si riallaccia ad antiche celebrazioni pagane; in particolare all'equinozio di primavera ed al rinnovarsi della natura segnalato dallo sbocciare delle gemme sugli alberi e dalla ricomparsa di numerose specie animali che avevano trascorso in letargo il periodo invernale. L'equinozio di primavera segna una rinascita ed a questo significato si lega la Pasqua cristiana che ricorda la resurrezione di Gesù, la sua "rinascita" ad una nuova vita sia terrena che spirituale. Uno dei simboli più pregnanti della nascita è senz'altro l'uovo, che contiene in se il germe della vita, invisibile sino al momento della sua manifestazione; e come da un uovo "rinasce" Gesù abbandonando il suo sepolcro che fino ad allora lo aveva protetto come fosse un guscio. Ecco che quindi l'uovo diventa il simbolo della Pasqua, caratterizzando questa festa in tutto il mondo cristiano e diventando, nella sua versione di cioccolata, il principale dono che ci si scambia tra parenti e amici ed ecco allora la spiegazione della frase, senza nessuna valenza allusiva dovuta alla posizione degli arti superiori, che in verità mimano il trasporto di un canestro colmo di uova e perciò tanto pesante da dover essere sostenuto con due mani.
Una versione assai più prosaica viene invece proposta dall'erotomane messicano Raimundo Gonzales, detto "Speedy" a causa del suo imbarazzante problema di "eiaculatio praecox" (Quezcotal, 1902 - annegamento al largo del quinto sporgente dell'Italsider a seguito del capovolgimento per sovraccarico del suo gommone adibito al trasporto di sigarette di contrabbando, 1968) che partendo proprio dall'analisi del gesto che accompagna la frase, individua nelle uova l'eufemistico sinonimo della coppia testicolare ospitata nello scroto maschile. Raimundo "Speedy" Gonzales afferma che la Pasqua, più che come celebrazione religiosa viene citata come momento in cui termina la quaresima, periodo caratterizzato dalla rigida astinenza dai piaceri della carne; l'espressione sarebbe quindi un esplicito invito alla copula, volta a stimolare con entusiasmo la ripresa dell'attività sessuale interrotta per più di un mese.

A supporto di questa tesi è per l'appunto il riferimento alle uova che presentano per l'autore diversi significati marcatamente erotico-genitali. Oltre a quelli legati alla loro forma, simile, come evidenziato, a quella delle ghiandole maschili, il Gonzales ricorda che l'uovo sbattuto (eventualmente arricchito con zucchero per ottenere lo zabaione) è uno dei principali corroboranti prima e dopo una impegnativa performance sessuale, e sottolinea che un uovo fresco che venga consumato suggendo direttamente il contenuto tramite un piccolo foro praticato sulla sommità richiama subito per analogia alla mente alcune pratiche bucco-genitali spesso goduriosamente praticate nel segreto delle alcove. Sia come sia, che si propenda per l'amore sacro o l'amor profano (come cantava uno splendido poeta mai troppo rimpianto), è un incontrovertibile dato di fatto che mo' vene Pasche, e chiste so' l'ove!

Ultimo aggiornamento ( giovedì 29 luglio 2004 )
 
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