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A trucculesciata di Cumbà Spiridione PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Administrator   
lunedì 02 aprile 2007
Mentre sperimentavo i benefici risultati della “sarvangasana ”, posizione dell’hata yoga che concilia scioltezza di movimenti e circolazione di idee, il probo Archibald, garante della perfetta esecuzione delle quisquilie domestiche, mi annunciava che uno degli istituti di credito a cui avevo affidato la gestione del mio modesto peculio aveva inviato una comunicazione con cui mi informava che avrebbe immediatamente provveduto a corrispondermi gli interessi ricalcolati in base al tasso a suo tempo concordato con la direzione dell’istituto stesso e colpevolmente trattenuti.

Soddisfatto del positivo esito della mia istanza al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Ricottaro) commentai l’episodio con <<QUISTE JE PROPRIE NA TRUCCULESCIATA DI CUMBA’ SPIRIDIONE!>>, salvo poi notare un lampo di curiosità negli occhi di Haddovaij Kollhakannha, lo yogi indiano che mi assisteva nelle mie pratiche ascetiche.

Provvidi a soddisfare la sua brama di conoscenza spiegandogli che molti anni orsono, mentre si teneva la tradizionale asta per aggiudicarsi l'onore di partecipare alla processione dei Misteri ed ognuno dei confratelli, interpellato dal Priore, esprimeva la sua offerta, giunto che fu il turno del confratello Spiridione, richiestogli quanto egli intendesse offrire, questi rispose con un secco e deciso "niente!".

La cosa destò notevole stupore tra gli altri confratelli, poiché Spiridione si era sempre contraddistinto per la generosità delle sue elargizioni.

Interrogato dal Priore sul perché della sua astensione, Spiridione sfogò l'amarezza accumulata e repressa per un anno, lamentandosi del fatto che durante la processione, la "troccola" non si fosse fermata davanti alla sua abitazione salutandolo con il suo caratteristico crepitio. La cosa era molto dispiaciuta a Spiridione che esprimeva così il suo disappunto. Senza por tempo in mezzo, il Priore afferrò la troccola e portatosi davanti a Spiridione, si lasciò andare ad una lunga e intensa "trucculesciata", al termine della quale il sorriso tornò sul volto di fratel Spiridione che, senza altri indugi, contribuì all'asta in modo ancor più generoso che in passato.

Dall'aneddoto citato nasce il detto "A trucculesciata di fratel Spiridione", ad indicare un atto di riparazione ad un torto tardivo.

Ultimo aggiornamento ( lunedì 02 aprile 2007 )
 
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