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mercoledì 11 dicembre 2024
 
 
Qualcuno Volo' sul Nido del Curruculo PDF Stampa E-mail
L'ha scritt carlo "usinnache"   
venerdì 11 gennaio 2008
Titolo Originale: One Flew Over the Curruckolo's Nest
Genere: Drammatico/Commedia

Formato: Panoramica Technicolor

Durata: 133 - Origine: Usa

 Nel reparto psichiatrico dell'ospedale "SS. Annunziata”, tutto ordine e pulizia arriva un giorno il giovane Carlo che, condannato per reati di violenza contro il patrimonio per avere inciso la scritta "bari merda che il vento di disperda" su alcuni pini della villa Peripato, spera, spacciandosi per matto, di sottrarsi al carcere: ai medici il compito di scoprire se sia o no un simulatore.
La sua comparsa, intanto, porta lo scompiglio in quel chiuso ambiente di repressione mascherata, di intransigente disciplina imposta e mantenuta da una ferrea capo-infermiera, la signorina Filomena: l'allegro Carlo volge in burla le sedute psicanalitiche di gruppo, si improvvisa radiocronista di immaginarie partite di calcio tra Taranto e bari scatenando l'agitazione degli altri pazienti al grido "Cì nò zump' nù barese jè, eh!", organizza una "scappata" in barca coi suoi compagni calandosi in acqua dal molo Sant'Eligio, impianta una squadra di curruculo acrobatico.
Più i ricoverati, però, gli stringono fiduciosi intorno, contagiati dal suo spirito di disubbidienza, più la  infermiera Filomena stringe la vite del sistema repressivo. Forte dell'amicizia di Piero Chemako, un gigantesco indiano che si era finto sordomuto, Carlo decide di fuggire con lui. Prima, però, regala agli amici una festicciola notturna, con due ragazze stazionanti solitamente su viale Virgilio e fatte entrare clandestinamente dal Pronto Soccorso.
La capo-infermiera scopre uno dei ricoverati, il mite Ciro, tra le braccia di una delle due  prostiture: lo terrorizza, facendo leva sul suo complesso di colpa, e il giovane si uccide. Carlo, infuriato, salta al collo della donna e quasi la strozza. Condotto in sala operatoria e sottoposto a lobotomia,  Carlo diventa una larva d'uomo che piega ossessivamente le pagine di "TarantoSera" a forma di barca, inconscia richiesta di una libertà ormai impossibile che però Piero Chemako, l'indiano rivelatosi parlante, gli dona prima di evadere, soffocandolo pietosamente con un materassino da mare vinto con i punti dei gelati "Gessica".
Ultimo aggiornamento ( giovedì 17 gennaio 2008 )
 
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