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domenica 03 novembre 2024
 
 
Riflessioni pasquali PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Carmela "Jatta acrest'"   
venerdì 21 marzo 2008
 La vita quotidiana è una continua corsa, per fare qualsiasi cosa ci affanniamo a rincorrere il tempo, e col pensiero questa mattina mi sono svegliata prima del solito, correndo correndo, alle 7:30 ero in città. Una giornata primaverile ventilata da una brezza che trasporta nell’aria le note delle marce funebri.
Appena sento le prime note della banda  la mia andatura sino a quel momento a passo sostenuto, comincia a rallentare, arrivo su  Via Matteotti  e incontro la processione dell’Addolorata, e la mia corsa si ferma…
…come ogni anno mi fermo tra la folla e resto a guardare la processione accompagnata in dal  sottofondo musicale delle marce funebri e come ogni anno ho la stessa impressione: “Ho raggiunto il tempo! Ora posso, anzi devo fermarmi.”
Mi guardo intorno e mi accorgo che come me, tante altre persone si fermano, non importa quanto, un minuto, un’ora, l’importante è trovare il tempo per guardare indietro, ma anche dentro di noi. Un momento tutto nostro, per riflettere, per riappropriarci della nostra vita e pensare a come riordinare il nostro piccolo mondo.
Una folla di solito sempre di corsa, in movimento, ora è lì … ferma.
Persone che di solito sono sempre di fretta, ora sono lì … calmi, sereni … nessuno guarda l’orologio, nessuno corre… tutti fermi a guardare e ad ascoltare in silenzio un silenzio che parla a tutti noi accarezzando il cuore, che cullato dalle note delle marce funebri,  ci regala una commozione sincera, sana e liberatoria.
Un silenzio che grida all’Addolorata le pene e gli affanni di ognuno di noi … di ogni suo figlio, e Lei da Madre, senza dire nulla ma ascoltando tutti ci conforta col solo sguardo, uno sguardo triste, disperato, ma dolce e comprensivo,  uno sguardo che tutti cerchiamo e troviamo,  almeno una volta l’anno.
Altri occhi, invece sono coperti, nascosti,  sono gli occhi dei perdoni, personaggi fuori dal tempo, senza età, silenziosi fantasmi, anime incappucciate,  che camminano per la città, visitando Chiese e accompagnando le processioni … mendicando perdono per tutti.
Il loro pellegrinaggio segue un  cammino penitenziale iniziato tanti secoli fa … nazzicando nel loro incedere esasperante, dubbioso ma dalla cadenza trascinante … passi lenti che li portano a noi dal passato, ma loro sanno che non devono e non possono fermarsi perché hanno tanta strada ancora da percorrere, un cammino che trasformando la loro penitenza in missione,  li condurrà nel futuro, un futuro che li vedrà arrivare sempre allo stesso modo, cullati  dolcemente dalla loro nazzicata, sempre quella, sempre la stessa da secoli e … per i secoli, per regalare sempre le stesse emozioni.
Ultimo aggiornamento ( mercoledì 02 aprile 2008 )
 
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