Tre colpi … ‘a bussata … |
L'ha scritt Carmela "Jatta acrest'" | |
sabato 22 marzo 2008 | |
Così il troccolante ha chiesto asilo nella Chiesa del Carmine per se e per i confratelli, dopo due fredde notti di pellegrinaggio, di sacrificio, di penitenza, di preghiera e di fede non solo religiosa ma soprattutto di attaccamento ad una tradizione antica ma sempre attuale, perché oggi come ieri tiene vivo l’interesse, la curiosità, risvegliando a ragione, anche l’orgoglio di essere Tarantini. Solo questi riti riescono a farci dimenticare ….il dissesto, i problemi, le cose che non vanno … annullano le differenze… uomini e donne, giovani e anziani, ricchi e poveri, tutti a provare le stesse identiche emozioni, sempre le stesse ogni anno ma cercate e attese per un anno intero, perché fanno bene alla mente, al cuore e all’anima. Il portone della Chiesa del Carmine si è aperto per far entrare i Confratelli, le Statue, accogliendo con loro anche i nostri affanni, le nostre preghiere, le amozioni … le nostre lacrime, testimonianza di un distacco non voluto, ma necessario.
Adesso I perdune, queste figure fino ad ora quasi eteree che hanno avuto la volontà e la forza di affrontare questi due giorni di penitenza, riprendono la loro natura umana e i loro cuori si struggono in pianto. Un pianto spontaneo, dovuto dalla consapevolezza che dopo due giorni di serenità interiore, mentale e spirituale, alla chiusura di quel portone, tutto ritornerà come prima. Nel cuore di tutti rimane una fiammella accesa … la certezza che adesso si ricomincia perché tra un anno le “anime penitenti” torneranno e con loro i nostri cari riti. Ritorneranno per regalarci emozioni, ma soprattutto per regalare due giorni di PACE ai nostri cuori. |
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 26 marzo 2008 ) |
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