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Belle parole e belle programme PDF Stampa E-mail
L'ha scritt carlo "U Sinnache"   
giovedì 02 aprile 2009
ATTENZIONE !

SI AVVERTE CHE IL CONTENUTO DELLA PRESENTE NOTA È DI CARATTERE PORNOGRAFICO.

LA LETTURA È PERTANTO TASSATIVAMENTE VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI.

GLI ADULTI NON INTERESSATI ALLA PORNOGRAFIA SONO AVVERTITI.

CHIUNQUE PROSEGUA NELLA LETTURA È CONSAPEVOLE E QUINDI CONSENZIENTE.

  Mentre mi dedicavo per diletto allo sfoltimento di una siepe di "Buxus sempervirens" che adorna un lato del parco in cui è situata la mia avita magione, un colpo di vento ha portato ai miei piedi, come la piuma di forrestgumpiana memoria, una pagina del "Corriere del Giorno".

Chinatomi per raccogliere e cestinare il foglio la mia attenzione, tralasciate le varie rapine, scippi e risse, era catturata dalla notizia del progetto di miglioramento delle condizioni della educazione scolastica.

Senza rendermene conto, a fior di labbra ho commentato <<SEEE,BELLE PAROLE E BELLE PROGRAMME, COM’A BONANEMA DE CUMBA’ GIUANNE>> (Come no, belle parole e bei programmi, come [diceva] la buonanima di compare Giovanni!).

Sorpreso da me stesso per aver usato una espressione così scurrile, per emendarmi ho deciso di rendere noto a tutti il significato della sconcezza che ho proferito.

Non è un caso che a Taranto non siano mai nate istituzioni scolastiche o universitarie al pari della Bocconi di Milano o della LUISS di Roma.

Il tarantino medio è evidentemente, geneticamente direi, poco portato alla speculazione intellettuale e molto più propenso alla espressione fisica.

Va da sé che il sesso ha quindi una gran parte nella città bimare, essendo protagonista di discorsi, modi di dire e ammennicoli vari.

Se da una parte questo vale per buona parte genere umano, cosa questa confermata da Sigmund Freud che riconobbe la libido come "primo movens" della attività conscia e inconscia dell'uomo (teoria che ha peraltro frequentemente animato le discussioni con la mia amata consorte, che considera superate le teorie espresse in "Zur psychopathologie des alltagslebens"), dall'altra il tarantino si distingue per l'intensità con cui vive questo stato (portate un tarantino, un veneto, un lombardo ed un valdostano alla elezione di una miss qualsiasicosa o ad un bikini party ed in meno di 10 secondi tutti avranno acquisito elementi sufficienti ad individuarlo).

Questa affermazione è universalmente condivisa da chiunque abbia avuto la ventura di osservare uno, o peggio, più tarantini nel novero della vita sociale ed abbia così potuto constatare il loro approccio diretto e costante al sesso nelle sue forme più esplicite.

Tanta divagazione è ulteriore prova di quanto abbia riprovazione del rendere pubblico l'immondo pensiero che ha insozzato le mie labbra; ma un calice, per quanto amaro, va bevuto sino in fondo, e così sia.

Dunque l'espressione commenta scetticamente ed incredulamente le mirabolanti promesse fatteci da chicchessia, specialmente se le stesse vengono periodicamente rinnovate e confermate senza che alle stesse venga dato pratico compimento.

Il campo di applicazione è oltremodo vasto: dalle campagne elettorali al saldo di situazioni debitorie, dal prestito di beni mobili alla concessione di favori di varia natura.

L'erudito Giulio Romeo Staffagghione (Verona, 1724 - Animata discussione sulla validità di un colpo durante un torneo di biliardo all'italiana presso il circolo culturale "U rutte - giochi di società, Raffo alla spina e stupefacenti assortiti", 1769) già autore del prezioso incunabolo "Il rimorchiatore - Come conoscere le ragazze seduti sugli scalini del Banco di Napoli a Via d'Aquino" - Gionn Uein Editore, così ricordava:

<<Durante un appassionato discorso pubblico in campagna elettorale, l'aspirante sindaco Giancarlo Riferisco notava che al termine di ogni sua promessa volta ad ingraziarsi l'uditorio, una gracile vecchina sotto il palco commentava le sue asserzioni con la frase: ”Belle parole e belle programme, com'a bonanema de cumbà Giuanne".

Infastidito dal ripetersi della cosa, al termine del discorso il Riferisco fermava l'anziana e le chiedeva conto delle sue reiterate osservazioni.

La tenera vecchietta rispose, scuotendo la candida crocchia dei capelli: "Quanna sente ste cose, m'arricorde d' a bonanema de maritema Giuanne, ca ogni sera me diceva: Marì, preparate ca stasera se rascka e pò m'a metteva semp’ ngule!" (Ogni volta che ascolto queste cose, mi ricordo della buonanima di mio marito Giovanni, che ogni sera mi diceva di prepararmi per la copula coniugale ma che alla fine si prodigava solo nel coito anale).

Non è superfluo notare la finezza dell'aneddoto, poiché l'espressione "m'a metteva semp’ ngule" evidenzia sia la delusione per il rapporto sodomitico, che è spesso poco piacevole ed anzi doloroso per la donna ed indica quindi un comportamento "pro domo sua" del partner maschile e sia, quasi come logica conseguenza, una inc***ta intesa come imbroglio, fregatura e delusione a causa del mancato compimento dell'atto sessuale nel modo idoneo a consentire il raggiungimento del piacere anche da parte della attrice dell'atto stesso.>>

Quindi, da adesso in poi, quando vi faranno una mirabolante offerta, saprete cosa rispondere.

Ultimo aggiornamento ( martedì 07 aprile 2009 )
 
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